SPECIALE DIABETE, dott.ssa Iandoli: “Importante combattere obesità e sedentarietà”

Oggi abbiamo affrontato il tema “Diabete” con la dottoressa Mariarosaria Iandoli del Centro Polispecialistico “Futura Diagnostica” di Avellino. Il diabete è una patologia in forte crescita. Non sono tra gli anziani. Approfondiamo l’argomento, nell’intervista che segue…

Dottoressa, spieghiamo cos’è il diabete mellito?

“Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da valori elevati di glucosio (zucchero) nel sangue. Il nome fu coniato dagli antichi greci per la presenza di “urine dolci”, quindi l’organismo non riesce ad utilizzare il glucosio, si accumula nel sangue e successivamente viene espulso con le urine. Ma perchè succede questo? Quali sono le cause del diabete? L’insulina è l’ormone (messaggero chimico, colui che mette in moto delle reazioni) che consente al nostro corpo di utilizzare il glucosio come fonte energetica per far lavorare le nostre cellule. Quando il pancreas produce poca insulina, oppure le cellule del nostro corpo non riconoscono la sua presenza, il livello del glucosio nel nostro sangue si alza determinando iperglicemia con valori fino a 126mg/dl e diabete mellito per valori superiori. A tale proposito è importante ricordare che i valori normali di glucosio nel sangue sono compresi tra 70 e 110mg/dl”.

C’è familiarità tra le cause del diabete?

“Prima di parlare di cause e familiarità del diabete è importante differenziare il diabete. Esiste, infatti, un diabete mellito di tipo 1, un diabete mellito di tipo 2 e un diabete gestazionale. Il diabete mellito di tipo 1 è una forma di diabete che un tempo veniva definita giovanile, colpisce infatti bambini o adolescenti spesso dopo un episodio febbrile ed è una “malattia autoimmune “cioè ci sono nel pancreas, organo che come abbiamo detto produce insulina, le cellule beta a ciò deputate che però in questi pazienti vengono distrutte perche’ non riconosciute come proprie. Da qui il termine autoimmune. In ultima analisi in questi pazienti viene prodotta poco o niente insulina e per questo essi saranno costretti alla somministrazione di dosi di insulina a vita che consenta loro di utilizzare il glucosio come fonte energetica per le nostre cellule e impedirne eccessi nel sangue. Il diabete mellito di tipo1 e’ spesso associato a celiachia e tiroidite, presenta una predisposizione genetica ma non ereditaria. Il diabete mellito di tipo 2 è una forma di diabete che colpisce persone adulte, spesso in età matura, ed è caratterizzata sia da una riduzione della produzione di insulina che da quella che viene definita insulinoresistenza cioè l’incapacità ’delle cellule del nostro organismo di riconosce l’insulina. Questa forma di diabete presenta una predisposizione ereditaria ed è spesso influenzata da fattori ambientali quali obesità, vita sedentaria, alimentazione scorretta e ipercolesteolemia per esempio. I pazienti affetti da questa forma di diabete possono, pur avendo una malattia cronica, contenere i sintomi anche con un corretto stile di vita. Nella cura potrà essere necessaria – a seconda dei casi – terapia insulinica o ipoglicemizzanti orali (compresse) in base alla gravita’della patologia. Infine, il diabete gestazionalecolpisce il 10% delle donne in gravidanza e si manifesta con aumento dei valori della glicemia limitatamente al periodo della gravidanza, tuttavia le donne con diabete gestazionale tendono più frequentemente a sviluppare diabete mellito di tipo 2 in età avanzata. E’ importante diagnosticare tale patologia perchè gli elevati valori ematici di glucosio potrebbero creare danni al feto oltre che alla madre. Questa forma di diabete si cura di solito con un corretto regime alimentare ed eventualmente, nei casi più gravi, con insulina”.

Quali sono i sintomi del diabete mellito?

I sintomi del diabete mellito si accomunano in tutte le forme mostrandosi però in maniera più marcata e improvvisa nella forma giovanile, mentre nel diabete di tipo 2 sono spesso silenti per anni. Quali sono dunque i sintomi:

  • aumento della sete;
  • aumento dell’appetito;
  • aumento della minzione (aumentata quantità e frequenza di urine);
  • affaticamento e sonnolenza;
  • perdita di peso immotivata”.

Come avviene la diagnosi ?

“I sintomi di cui abbiamo parlato sopra sono i campanelli dall’allarme per fare diagnosi di diabete mellito. L’esame fondamentale per diagnosticare il diabete è un prelievo venoso:

  • glicemia che ci dice il valore dello zucchero nel sangue a digiuno e, come abbiamo già detto, i valori normali sono  compresi tra 70e 110mg/dl  mentre si parla di iperglicemia per valori fino a 126mg/dl e di diabete mellito quando si supera questa soglia;
  • emoglobina glicosilata (HbA1c) è un esame che ci indica la concentrazione media di glucosio nel sangue negli ultimi tre mesi, esame utile questo sia nell’esordio ma soprattutto nel monitoraggio del diabete.

Sono considerati normali valori fino a 5,5% HbA1c , si può parlare di prediabete con valori fino a 6,5% HbA1c e di diabete oltre tali valori. Ovviamente un soggetto diabetico che riesce a contenere la glicemia avrà valori inferiori o di poco superiori a 6,5% , diversamente si parla di diabete scompensato per valori superiori a 7%HbA1c.

  • curva da carico glicemica è un esame che consente una più definita diagnosi del diabete in quanto va a considerare la tolleranza del soggetto alla somministrazione di glucosio per via orale.

L’esame consiste nell’effettuare un primo prelievo di sangue a digiuno e valutare il valore della glicemia per poi somministrare una dose variabile (50/75gr) di zucchero sciolto in acqua e quindi ripetere il prelievo a piu’ tempi (30-60-90-120minuti) valutando con la misurazione delle diverse glicemie come il paziente risponde al carico di glucosio. Diciamo che e’ importante dopo le due ore che i valori siano compresi tra 70 e 140mg/dl di glucosio, se tali valori raggiungono i 200mg/dl si parla di diabete conclamato. Questo test viene oggi sempre più spesso utilizzato come esame di screening per individuare il diabete gestazionale”. 

Anche per il diabete si parla di prevenzione? 

“Il diabete mellito è una malattia cronica, quindi dalla quale non si guarisce, e che nel tempo, se non compensata, può dare origine a numerose complicanze. Per tali ragioni è importante, laddove e possibile, fare prevenzione. A tale proposito dobbiamo nuovamente distinguere le due forme di diabete, infatti nel diabete mellito di tipo 1 più che prevenire la malattia possiamo cercare di prevenire le complicanze in quanto da malattia autoimmune ad oggi non conosciamo modi per prevenirla. Diversamente nel diabete mellito di tipo2 e in quello gestazionale che tra le cause hanno, oltre a predisposizione genetica fattori ambientali, possiamo parlare di prevenzione e di contenimento della malattia con una serie di regole di vita quali:

  • combattere l’obesità;
  • controllare il colesterolo;
  • osservare una diete bilanciata ricca di frutta e verdura e povera di grassi;
  • fare esercizio fisico;
  • effettuare controlli periodici;
  • monitorare i valori della glicemia con il glucometro.

Quali sono le complicanze del diabete mellito?

Il diabete mellito, purtroppo, è una malattia che se curata male o non diagnosticata in tempo, può determinare una serie di complicanze a volte anche invalidanti per i pazienti quindi è importante fare diagnosi di diabete e monitorare con controlli periodici chi ne è affetto. Le complicanze del diabete si dividono in acute e croniche. Le complicanze acute interessano prevalentemente il diabete mellito di tipo 1 e sono caratterizzate dalla mancanza di insulina. Questo deficit consente al nostro organismo di utilizzare il glucosio come carburante per le nostre cellule, per cui per compensare il nostro organismo utilizza i lipidi ma questa operazione determina la formazione di corpi chetonici che vengono eliminati con le urine. Se questi sono troppi, e l’eliminazione urinaria non è sufficiente, si accumulano nel nostro organismo determinando cheto acidosi diabetica che può iniziare con vomito, nausea, dolori addominali fino al coma chetoacidosico. Complicanze croniche comuni invece alle due forme di diabete riguardano i reni, l’apparato cardiovascolare, gli occhi e il sistema nervoso. I reni ,perchè il rene col tempo può non riuscire più bene a filtrare le scorie metaboliche, ricordiamo a tale proposito che molti pazienti che arrivano alla dialisi vengono da una nefropatia diabetica. L’apparato cardiovascolare perchè i soggetti diabetici vanno più facilmente incontro ad accidenti vascolari (ictus , infarto del miocardio, vascolopatia cerebrale). Gli occhi, perchè è possibile andare incontro alla retinopatia diabetica che può portare a grave compromissione della capacità visiva. Il sistema nervoso, per la comparsa di neuropatia diabetica caratterizzata da formicolii alle estremità, riduzione della sensibilità fino alla comparsa di ulcerazioni al piede che danno origine a quello che viene definito “piede diabetico”. Il monitoraggio costante della malattia diabetica può ridurre tutte queste complicanze”. 

Quali sono gli esami utili per monitorare il diabete mellito?

“Per il monitoraggio del diabete ci sono, dunque, una serie di controlli che è possibile effettuare. Quelli più semplici da eseguire possono essere praticati in un laboratorio di analisi come la “Futura Diagnostica” e consistono in prelievi venosi ed esame delle urine con la valutazione della glicemia nel sangue e nell’urine, dell’emoglobina glicosilata, della curva da carico glicemica e della glicemia frazionata (costo 1,70). La valutazione della funzionalità renale con azotemia creatinina su sangue e microalbuminuria, proteinuria e clearance della creatinina sulle urine delle 24 ore; la valutazione dell’assetto lipidico nel sangue con colesterolo totale, hdl ,ldl, e trigliceridi. A tutto questo ovviamente indirizzerà lo specialista che indicherà anche altri controlli periodici quali elettrocardiogramma, elettromiografia, doppler alle carotidi e agli arti inferiori nonchè controllo del fondo oculare”.

Fonte: irpiniatimes